Questo caso riguarda una paziente 88enne, vigile e collaborativa, portatami oggi in visita dalla figlia. La paziente è portatrice di protesi incongrue che verosimilmente hanno aumentato, nel tempo, la carica micotica del suo cavo orale, come si evince anche dalla commissura destra, sede di cheilite angolare. Il problema risiede sull’altra commissura, dove l’arzilla vecchietta riferisce la comparsa di una lesione indolente e dura già dall’Agosto 2023, quindi ben 10 mesi fa (!).
Prima fase del ritardo diagnostico: il patient delay: la paziente si è rivolta in Marzo ad un dermatologo che, senza il supporto di una biopsia, e senza quello di un tampone, ha emesso diagnosi clinica di Candidosi, e sulla base di nessun antibiogramma le ha somministrato Fluconazolo (Diflucan) 100mg, 1 cp x 20 giorni (!) , e Clotrimazolo (Canesten) topico. La paziente, sembra di leggere nel referto, aveva già assunto Diflucan, peraltro. Sappiamo che gli Azoli, categoria di antimicotici cui Fluconazolo e Cotrimazolo appartengono, sono farmaci cardiotossici ed epatotossici, e che vanno prescritti con particolare attenzione in pazienti di questa età. Oltretutto per periodi così prolungati nel tempo.
Seconda fase del ritardo diagnostico: la Misdiagnosis, o diagnosi errata: la lesione non si risolve, la paziente torna dal dermatologo curante dopo un altro mese, quindi a fine Aprile (circa un mese e mezzo fa). Il collega conferma la sua ipotesi diagnostica iniziale, Candidosi, facendole fare un terzo giro di Fluconazolo x os, (!!!), e di Clotrimazolo topico. Non risolvendosi la situazione, la paziente giunge infine alla mia osservazione, per la prima volta, oggi.
Gestione del caso. La lesione si presenta esternamente come nella prima foto, come una area ulcero-infiltrante che si diffonde posteriormente in area geniena sinistra, con un aspetto nodulare, a tratti verrucoso e vegetante. Non ci possono essere dubbi diagnostici, è un Carcinoma Squamocellulare, e certamente non lo è diventato in un mese.
Alla paziente (ed alla figlia) è stata presentata la situazione, una immagine è stata immediatamente inviata alla nostra oncologa di riferimento, ed è stato fissato un primo appuntamento tra 7 giorni esatti. Di fondamentale importanza l’aspetto comunicativo, e la necessità di creare e facilitare quanto più possibile un percorso diagnostico-terapeutico chiaro e definito, anche quando il quadro è avanzato, come in questo caso. Gli spunti di riflessioni di questo caso clinico sono molteplici, e vanno dalla scarsa consapevolezza e conoscenza, nel mondo medico ed odontoiatrico, di queste lesioni, alla mancanza di politiche di screening di massa semplici e mininvasive (banalmente, cytobrush come prelievo di primo livello per la rilevazione di determinati markers ad elevato valore predittivo), alla conferma che le lesioni croniche da Candida (come era probabilmente questa lesione in origine, una cheilite angolare da Candida A., anche se non ho la bacchetta magica per andare a ritroso nel tempo, ma la sede commissurale, e la lesione controlaterale, lo suggeriscono), come la CHC (candidosi cronica ipertrofica), rientrano tra le (O)PMD (disordini orali potenzialmente maligni) e col tempo, specie in persone molto anziane, si trasformano con elevata incidenza in OSCC.