Introduzione

Il papilloma virus umano è un virus a DNA, specie-specifico, dotato di un forte tropismo per i tessuti epiteliali squamosi stratificati, nei quali si replica, provocando lesioni benigne e maligne a carico di cute e mucose. Più di 100 sono i genotipi di HPV studiati e classificati in 5 generi (α, β, γ, μ, ν); al genere α appartengono genotipi di HPV a tropismo mucoso, mentre il genere β e γ presenta un maggiore tropismo per gli epiteli cutanei. Gli HPV sono, inoltre, classificati in base al rischio oncogeno in: abbiamo innanzitutto i virus ad alto rischio oncogeno (HPV 16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59), associati al cancro del collo dell’utero e ad altri tumori HPV-correlati del tratto oro-genitale. I genotipi HPV 26, 53, 66, 68, 73, 82 sono considerati virus probabilmente ad alto rischio. Infine, i virus HPV a basso rischio si associano a lesioni benigne (più frequentemente condilomi genitali) e sono gli HPV 6, 11, 40, 42, 43, 44, 54, 61, 70, 72, 81. Le lesioni orali HPV-correlate includono: 1) il papilloma a cellule squamose (HPV 6 e 11), 2) il condiloma acuminato (HPV 6 e11), la verruca volgare (HPV 2 e 4), 3) l’iperplasia epiteliale focale (HPV 13e 32), 4) il carcinoma a cellule squamose (HPV 16 e 18). La trasmissione del virus avviene per contatto diretto sessuale, cutaneo e/o mucoso. Gli HPV non sono presenti nei liquidi biologici (quali sangue e sperma), ma recenti studi confermano una trasmissione salivare, nonchè una tra madre e figlio durante il parto. L’elevato numero di partners sessuali rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di infezioni HPV-correlate. Quasi tutti i soggetti sessualmente attivi vengono a contatto con il Papilloma virus, ma nella maggior parte di essi l’infezione si risolve spontaneamente entro 1-2 anni. In una piccola percentuale della popolazione, il sistema immunitario non riconosce il virus come minaccia, pertanto l’infezione può rimanere silente e nel corso del tempo innescare un quadro patologico.

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