Illustro un recentissimo caso di Leucoplachia Verrucosa in un paziente maschio, di età 76, non fumatore, ed anamnesticamente privo anche di altri fattori di rischio, che venne a noi inviato dal collega protesista cui si era rivolto per un ponte decementato (elementi 11-21-22), a causa di una vistosa lesione verrucosa insorta in poco tempo nella porzione di mucosa sottostante al ponte. All’esame obiettivo la lesione si presentava come una leucoplasia “non omogenea” di tipo “verrucoso”, con aree eritematose di confine, sulla quale eseguimmo una doppia punch biopsia incisionale segnalando all’anatomo-patologo il nostro sospetto di zone displastiche (se non già degenerate). L’esame istopatologico confermò la presenza uniforme di displasia da media (OIN2) a grave (OIN 3) con aree di iniziale microinfiltrazione carcinomatosa, e soprattutto la presenza di HPV (Human Papilloma Virus).
La “leucoplachia verrucosa” è una sottovarietà rara ed aggressiva delle leucoplachie denominate “non omogenee” in cui si osserva (a condizione di cercarla!) la presenza di HPV, è prevalente nelle femmine, non è correlata a noxae note (fumo e/o alcool, viceversa associati strettamente all’OSCC), tende alla recidiva (quando sottoposta ad escissione), ed alla degenerazione in “Carcinoma verrucoso”. Quest’ultimo è una variante del Carcinoma Squamocellulare del Cavo Orale (OSCC) che rarissimamente metastatizza ma è ad alta invasività locale ed elevato tasso di recidiva.
E’ in fase di sperimentazione, sulla scia di altre molecole studiate per la terapia dell’OSCC, ovvero il Lapatinib (inibitore della crescita tumorale) e la Capecitabina (un antimetabolita di tipo classico), entrambi somministrabili in compresse, l’utilizzo nel Ca Verrucoso del Nivolumab, farmaco già utilizzato per il melanoma metastatico, appartenenente alla categoria degli anticorpi monoclonali, somministrabile per infusione lenta, con buone, iniziali, prospettive.